Le Langhe sono una fascia di colline situate alla destra
orografica del fiume Tanaro nella provincia di Cuneo ed Asti in
Piemonte.
Famose per la produzione vinicola e per i tartufi (particolarmente
per quello bianco di Alba).
Numerose descrizioni delle Langhe nella prima metà del XX
secolo si possono trovare nei romanzi di Cesare Pavese.
Langhe, nome antichissimo e di derivazione incerta, può significare
paese dei Liguri, terreno incolto, o lingue di terra. Le Langhe
sono un insieme di colline con creste affilate, segnate da valli
profonde, parallele, scavate da torrenti, tra il Tanaro, I'Appennino
ligure e il Bormida. L'altezza media oscilla sui 550 metri, e raggiunge
i 950 a Mombarcaro, con varietà di colture per la diversa conformazione
del terreno. Le Langhe sono individuate per i pregiati prodotti
che le caratterizzano. Langa del Barolo, del Barbaresco, dell'Asti,
della nocciola, dei boschi e dei pascoli, ma ogni giogaia di colline,
ogni vallata, ha usi e tradizioni proprie, dialetti diversi; un
piccolo universo dalle sorprese infinite, scoperte e conosciute
vivendo a contatto con la gente, con la natura. E' Langa l'alternanza
di paesaggi, la vastità degli orizzonti segnati da torri e castelli,
la serenità di un silenzio rotto dai belati dei greggi e dai ritmi
degli attrezzi agricoli.
Sulla piazza di La Morra, il più suggestivo belvedere delle
Langhe, si innalza il monumento al vignaiolo, protagonista di questa
terra che dal vitigno del nebbiolo produce il più conosciuto e il
più prestigioso dei vini italiani: il Barolo. La vigna è presente
quasi ovunque: da Grinzane a Monforte, da Serralunga a Barolo, da
Castiglion Falletto a Verduno, da Novello a Diano d'Alba, da Roddi
a La Morra; la coltura della vite è un atto di coraggio continuo,
fatica vera incessante, che forgia e muta i costumi e l'uomo di
Langa. E' la Langa dei castelli medioevali, fortezze architettoniche
popolate nell'800 da re e ministri, scrittori e belle donne, nobili
e cortigiane. La vite e l'invecchiamento del vino sono la continuità
delle tradizioni, il segno di una civiltà contadina testimoniata
nelle enoteche di Grinzane, di Barolo e di La Morra, nel museo di
contadinerie dell'Abbazia dell'Annunziata nelle botteghe artigiane
del castello di Grinzane allestite e curate dall'Ordine dei Cavalieri
del tartufo e dei vini d'Alba.
Amene colline, primi contrafforti di una Langa più aspra,
costeggiano l'ampia vallata del Tanaro alle porte di Alba, filari
di vigneti baciati dal sole, aziende agricole gelose della propria
cantina con il nebbiolo che diventa barbaresco invecchiando nelle
botti di rovere. I fianchi delle colline che sfuggono ai raggi del
sole sono macchie di boschi per tartufi e selvaggina. Dalle valli
di Barbaresco, Neive e Treiso, solcate da una antica strada romana,
assurse ai fasti del I'impero romano Publio Elvio Pertinace. Dall'alto
di un colle, Neive si nobilita di architetture romaniche e barocche
e apre la porta alle terre del Moscato.